Green Highlander – Un sogno dalle mie mani

E’ fatta, la “mia” Green Highlander è lì davanti ai miei occhi, con la sua eleganza, con il fascino di altri tempi.

Ho appena realizzato il nodo di chiusura, adrenalina a mille che scorre nel mio corpo, avrei voglia di gridare dalla gioia perché, dopo mesi di studi e ricerche, sono riuscito a legare la mia prima mosca tradizionale da salmone.
Sono passati alcuni mesi da quando, al Sim Fly Festival, osservando alcuni dei più bravi costruttori del settore, avevo deciso che prima o poi mi sarei cimentato anch’io in questa fantastica disciplina; ed è cosi che, leggendo vari libri, mi sono ritrovato ad assaporare le atmosfere dell’epoca vittoriana. Infatti questo modello risale all’ultima parte del 19° secolo ed è stato creato da Mr. Grant di Wester Elchies; esiste una versione più datata chiamata Highlander alla quale essa è ispirata.

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Tra i vari modelli più famosi, la Green Highlander era quella che piu mi attirava. Così, proprio come un esploratore ottocentesco, ho iniziato la difficoltosa ricerca dei materiali e mi sono subito reso conto che non si trattava semplicemente di acquistare i materiali, ma di trovare le varie piume nelle dimensioni giuste per l’amo che avevo scelto di usare. Oltretutto alcune di quelle richieste dal dressing appartengono a specie protette o che attualmente sono in via di estinsione. Insomma, per rimanere nella legalità, dovevo aquistare materiali provenienti da antiche tassidermie, oppure, utilizzare dei sostituti, spendendo cifre piu ragionevoli.

Trascorse interminabili giornate in attesa di ricevere i preziosi materiali, tra errori di valutazione e piume scadenti, sono finalmente riuscito a raccogliere il necessario per costruire il tanto desiderato artificiale, su un amo del 4/0.

materiali

In attesa della giornata “favorevole”, mi sono dedicato alla preparazione delle piume della cresta del fagiano dorato, quelle maestose piumette che circondano l’ala della mosca in oggetto. Lasciate ammorbidire nell’acqua calda per qualche ora, le ho disposte su un piano e, aiutandomi con uno spillo, le ho modellate avendo ben in mente la silhouette che volevo dare alla mia creatura. Una volta asciugate avrebbero mantenuto la forma da me desiderata.

Non avevo piu scuse, potevo cominciare… E così, concentrato al massimo, ho bloccato l’amo sul morsetto e un gesto dopo l’altro ho realizzato il mio piccolo sogno e adesso, il vederla finita, ripaga tutti gli sforzi.

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Sicuramente si poteva fare molto meglio, ma mi ritengo soddisfatto e appagato. Sono convinto che l’approfondimento della conoscenza dei modelli classici, anche se a volte sembrano poco utili in pesca, possa aiutare nel percorso di crescita ed evoluzione di un pescatore a mosca.

Stefano Tieri

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